
Oggi sempre più ragazzi giocano da smartphone, spesso con amici online. Sembra un modo innocuo per passare il tempo, ma dietro molti di questi giochi si nasconde una vera e propria dinamica di dipendenza. Non parliamo di dipendenza fisica, ma emotiva e comportamentale.
Alcuni giochi sono progettati apposta per tenerti "attaccato allo schermo". Più perdi, più vuoi riprovare. Più vinci, più hai paura di perdere. Questo crea frustrazione, rabbia, umore altalenante, crisi di nervi e isolamento. E nei ragazzi più sensibili, tutto questo ha un impatto ancora più forte.
Un adolescente che urla, lancia oggetti, si chiude in sé stesso, o tratta male i familiari non sta solo "giocando". Sta vivendo un cortocircuito emotivo tra il bisogno di vincere e la paura di fallire, tra l'identità virtuale e la realtà. E spesso non riesce a parlarne, non riesce nemmeno a capire cosa gli stia succedendo.
In molti casi il gioco è anche l’unico momento di socialità, e quindi smettere non è semplice. Si ha paura di perdere il “gruppo”, di restare fuori. Ma un gioco che ti fa sentire uno schifo non è un gioco: è una gabbia.
Ai ragazzi serve qualcuno che li aiuti a guardarsi da fuori, a capire che ci sono emozioni, regole, corpi, tempo, realtà. Serve qualcuno che non li punisca subito, ma che li ascolti e dica: "Ti voglio bene, e per questo non posso ignorare ciò che ti sta facendo male."
C’è una nuova dipendenza tra i ragazzi. Non è la sigaretta, non è la droga. È una battaglia dentro uno schermo, fatta di punteggi, sconfitte, urla e rabbia.
Si chiama dipendenza da videogiochi competitivi, e molti non se ne accorgono finché non è troppo tardi.
Molti adolescenti oggi usano giochi di gruppo sul telefono come:
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Brawl Stars
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Clash Royale
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Stumble Guys
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Roblox
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Call of Duty Mobile
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Free Fire
Sono giochi di strategia, sfida e riflessi, ma sono progettati per creare frustrazione quando perdi.
Più perdi, più vuoi rigiocare. Ti arrabbi. Ti agiti. Ti chiudi. E non te ne accorgi.
🤯 Perché questi giochi cambiano il tuo umore?
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Attivano la dopamina: è la sostanza del piacere. Come lo zucchero. Come la nicotina.
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Ti fanno sentire vincente solo quando vinci. Se perdi, ti senti sbagliato.
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Ti danno una finta identità, forte e veloce, che scompare appena chiudi l’app.
🧠 Cosa succede al cervello?
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Aumenti lo stress e l’ansia da prestazione.
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Ti abitui a cercare solo soddisfazioni veloci.
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Perdi pazienza, concentrazione, autocontrollo.
E allora sbatti le cose, urli, rispondi male anche a chi ti vuole bene.
Perché quel gioco inizia a giocare con te. Non sei più tu a decidere.
È lui che comanda il tuo umore.
🙋♂️ Ma non è colpa tua
Hai solo voglia di sentirti bravo.
Hai solo voglia di vincere.
Hai solo voglia di sfogarti con gli amici.
Ma c’è un confine. E se non te ne accorgi, passi dall’essere un ragazzo con un gioco… al diventare un ragazzo che è schiavo del gioco.
💡 Cosa puoi fare?
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Parla con chi ti vuole bene: un genitore non vuole toglierti tutto, ma aiutarti a stare bene.
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Prova a sospendere il gioco per 3 giorni. Solo 3. E vedi come ti senti.
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Chiediti: questo gioco mi fa stare meglio o peggio? Dopo che perdo, ho più voglia di vivere o di isolarmi?
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Cerca la tua forza fuori dallo schermo: mare, musica, sport, amici veri.
❤️ Un messaggio da una madre
“Tu non sei solo il punteggio di un gioco.
Tu sei molto di più.
E se ti arrabbi tanto per una partita persa, non è perché sei debole, ma perché sei molto sensibile.
E io ci sono per aiutarti, non per giudicarti.”
👊 Ricorda: Il gioco è un passatempo. La tua vita è una missione.

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